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mercoledì 30 marzo 2011

Intervista di Alessia Mocci a Siddharta-Asia-Lomartire ed al suo “La Tara dell’Atman”





“Dal momento in cui, in poi/ così scarni in viso m’apparite,/ come scheletri/ consumati dal tempo,/ reduci di battaglie da voi mai vinte./Risorgerò dal momento in cui,/ più partecipe/ non sarò dei vostri sguardi,/ al giorno in cui senza meta/ vedrò andarvene./ Risorgerò dalle vostra ossa/ consumate,/ che come la cenere/ ha un percorso/ senza fiato,/ senza dimora.”

La poesia si intitola “Risorgerò dalle nostre ceneri” e l’autrice è Siddharta-Asia Lomartire. “La Tara dell’Atman” edito nel 2010 presso la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana “La Quiete e l’Inquietudine”, è una raccolta di 49 liriche che investe un versificare libero da strutture metriche precostituite ed attento ad una punteggiatura che sottolinea “la sensazione” di Siddharta-Asia Lomartire. “La Tara dell’Atman” in questo modo riesce a stabilire un energico contatto tra autore e fruitore, un contatto che evapora all’interno del corpo per divenire pensiero in presentia. I versi si scambiano vicendevolmente in un gioco agrodolce di racconti tra l’autobiografico e l’universale.


L’autrice è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua persona e sulla sua opera. Buona lettura!




A.M.: Perché utilizzare uno pseudonimo?

Siddharta-Asia Lomartire: L’utilizzo dello pseudonimo nasconde vari significati della mia personalità. Essenzialmente è un nome veritiero, non ha maschere questo nome, è l’assembramento, la comunione, il contrasto tra la luce se cosi vogliamo intenderla ed il buio. Lo stesso nome Siddharta è proprio “uno che cerca” un cercatore, un uomo inquieto, bisognoso di trovare una certezza tra le tante incertezze della vita, l’Assoluto nella relatività dell’esistenza e dei rapporti, che tenta di vivere in profondità la propria esistenza, attraversando tutte le esperienze possibili, la sensualità, il misticismo, la meditazione filosofica, ricercando il tutto nel particolare, forte della convinzione che nessuna acquisizione è definitiva, e che la conoscenza ha sempre innumerevoli aspetti da scoprire. Asia nel contempo è l’esatto contrario di quello che si può interpretare come illuminazione, Asia è l’amante di Siddharta, la sua concubina, sposa, è la parte buia che ciba la luce, l’ombra stessa della luce. Il loro opposto e il loro complemento. Questo nome sono due forze che si contrastano e si intrecciano, dando poi vita alla mia stessa poesia, all’ombra ed alla luce.





A.M.: Poesia e Misticismo. Qual è, secondo te, la ragione dell’utilizzo della poesia per celebrare l’oscurità e la luce?

Siddharta-Asia Lomartire: Mistico e sensuale. La poesia è sacra per cui mistica. Penso sia giusto parlare di poesia come se si parlasse di un “coma” da cui il poeta riesce a trapelare ogni piccolo particolare, dalla quale riesce a risorgere ogni volta che poi crea. La coscienza del fatto che la poesia possa infiltrarsi cosi chiaramente nelle brame di colui che poi ne sarà creatore, da ragione di credere che sia la luce che l’oscurità sono i fondamentali attori di quello che poi si tramuta in uno spettacolo che tra l’ombra (quindi il buio) ed i riflettori (la luce) da cosicché la nascita di quella che può essere la visione, di quello che può essere reale e vissuto, intuito, ma può anche essere una sorta di stato empatico da cui il poeta non può sottrarsi, e pur essendone incatenato e cosciente a ciò riesce a mescolare ed a codificare chiaramente le due forze, che in un unione possono risultare l’inizio e la fine e contemporaneamente la continuità di una preghiera, di un urlo, di un vociferare mistico e sensuale. Il buio e la luce, la ragione.




A.M.: “La Tara dell’Atman” è una raccolta di poesie. Esiste una tematica di fondo che unisce ogni lirica seguendo un file invisibile tra autrice e lettore?

Siddharta-Asia Lomartire: “La tara Dell’Atman” è un fiammifero acceso sull’umanità, preferisco vederlo cosi, preferisco avere questa visione cosi positiva di questo libro, da attribuirgli questo significato. Il peso dell’anima (Atman- il vero se dell’essere) dovrebbe essere un campanello d’allarme in questo mondo privo di sfumature, in questo mondo che non vuole ascoltare, in un mondo dalla quale pur schiavi e coscienti di ciò, si continua inesorabilmente ed inconsciamente a vivere in un finto e banale benessere, il peso dell’anima potrebbe essere la via di fuga da costrizioni e condizionamenti. Principalmente il mio interesse maggiore è quello che il lettore, leggendo, sfogliando e respirando il mio libro possa fermarsi e oltre che leggere, e dopo aver letto, non restare con la coscienza di niente, non elogiare o apprezzare un “nome” di un autore solo per la sua bravura nel esprimersi, ma essenzialmente il mio interesse risiede nella speranza che possano queste parole, queste poesie, queste lettere, queste grida che si rifugiano nel silenzio dare coscienza e far fermare il lettore a riflettere,a cercare,a vivere, a vivere nell’ essenza delle emozioni, in uno stato di empatia tale da permettergli di vedere la continuità dell’essere e di ciò che accade. Essenzialmente non esiste una tematica precisa, o forse c’è e non ne sono consapevole, le mie poesie sono il risultato di tutto ciò che assimilo, di tutto ciò che non sfugge ai miei occhi, che una volta masticato e rimuginato viene silenziosa, come una signora e si posa su di un foglio, come a ricordare che lei è li, impressa. E sono immagini, sensazioni, un groviglio di sensazioni che partorisco e percepisco cosi quasi d’istinto, senza che io possa avere il tempo di rendermi conto di ciò che in quell’istante sto generando. Il filo invisibile c’è e l’ho imbastito cosi raffinatamente da cercare con il lettore una sorta di comunione che porti lo stesso lettore a vivere e rivivere tutto ciò che ho visto e vissuto io stessa prima di dar vita ad una poesia, con l’ausilio di punti e virgole, di attimi e spazi cerco di indirizzare l’autore a seguire una precisa forma di lettura che possa ipnotizzarlo nello stesso modo in cui lo sono stata io nel momento della creazione stessa della poesia.




A.M.: Qual è la lirica verso la quale di essere maggiormente legata?

Siddharta-Asia- Lomartire: In questa domanda se ne cela un’altra: qual è il tuo figlio preferito? E da “madre” risponderei che tutto ciò che ho creato lo amo allo stesso modo, ogni lirica, ogni lettera che abbia inciso per me sono e restano le liriche alla quale sono legata. Parlo di figli, proprio perché per me scrivere rappresenta un travaglio, la nascita. E nel momento in cui do alla vita queste poesie sto dando alla vita una parte di me, un piccolo feto che cresce, una larva che si schiude, anche se molto differente da un comunissimo parto, associo lo scrivere a ciò, quindi è inesistente per me una lirica alla quale sono più legata, ognuna di esse mi somiglia, ha i miei tratti e la mia essenza. Qualcuna anche il colore dei miei occhi!





A.M.: Potendo tornare indietro cambieresti qualcosa di “La Tara dell’Atman”?

Siddharta-Asia Lomartire: Se devo essere sincera, no! Non cambierei nulla, Tutto è accaduto e creato cosi come doveva essere in questo lasso della mia vita. Per me non esiste il “se tornassi indietro.” Tutto accade così come noi vogliamo che accada, siamo noi a dipingere, a dare forma, contorno e colore alla nostra vita ed alle situazioni, nel momento in cui si voglia cambiare qualcosa, disponiamo del presente o addirittura del futuro per poter modificare, o meglio per poter dare una continuità a ciò che facciamo e che siamo.





A.M.: Quali sono gli autori che ti sono stati affianco sino ad oggi?

Siddharta-Asia Lomartire: Tanti, anche troppi a far da coperta quando sentivo la necessità di capire e conoscere, di scoprire da me e non sotto forma di istruzione e condizionamento. E da necessità tutto ciò in brevissimo tempo poi si tramutò in amore. Ho sempre cercato da me di scoprire autori o scrittori, di acquistare libri di cui non conoscessi nulla pur di avere un mio pensiero personale su ciò che andavo a leggere e scoprire. Sono vari gli autori che considero quasi delle fondamenta nella mia vita, al di là dei periodi storici e delle preferenze, penso che la poesia, come la filosofia come l’arte in generale non possa essere catalogata, io stessa non sarei in grado di classificarmi in un età o in uno stile preciso. Penso tutto ciò possa avere solo una parola veritiera: continuità. Non amo fare classifiche ne essere portatore di elogi, ogni poeta, scrittore, filosofo “contemporaneo” e dell’ “età antica” ha lasciato in me un’impronta, un’ideologia.





A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?

Siddharta-Asia Lomartire: Mi sono trovata molto bene con la casa editrice Rupe Mutevole, difatti ho scelto loro per la prima mia pubblicazione del mio primo libro. Sono stati disponibili sin dal primo momento, e hanno dato molta importanza alle mie idee ed al modo in cui io volessi venisse prodotto il libro. Si è instaurato un buon rapporto e spero che sia sempre più alimentato per la passione che ci accomuna: Poiesis. Sicuramente consigliere la Rupe Mutevole edizioni a chiunque voglia intraprendere un percorso stabile e di concretezza. Per quanto mi riguarda mi sono trovata benissimo con loro, e spero di collaborare in futuro.




A.M.: Hai qualche progetto letterario per il 2011? Puoi anticipare qualcosa?

Preferisco pensare che le cose se devono accadere, accadano così, all’improvviso, cosi com’è accaduto con questo libro. Così come all’improvviso giunge la pioggia, così come all’improvviso la mia mano prende a scrivere …



Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni

Ecco il link dell'intervista:

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